Il chitosano come mezzo tamponante endovitreale

Il chitosano è un biopolimero di natura polisaccaridica ottenuto per deacetilazione alcalina della chitina. un polisaccaride naturale, costituito da catene di N-acetilglucosammina che possono arrivare ad un peso molecolare di 10 milioni di dalton. chitina-chitosanLa chitina è un costituente tipico dell’esoscheletro degli artropodi e dei crostacei, al quale conferisce una grande resistenza meccanica.

Comunemente, il chitosano viene impiegato per uso orale in polvere, nelle diete dimagranti: quando il chitosano entra in contatto con i succhi gastrici, si solubilizza formando gruppi amminici con carica elettrostatica positiva capaci di legare i gruppi carbossili negativi degli acidi grassi liberi e degli acidi biliari riducendone, quindi, l’assorbimento enterico ed aumentando l’eliminazione dei lipidi con le feci. Infatti il chitosano, libero o legato ai lipidi, viene eliminato in toto in quanto non è digeribile.

Il chitosano possiede caratteristiche farmaceutiche interessanti legate alla sua biocompatibilità, biodegradabilità, atossicità. Inoltre possiede un’attività antibatterica, ed un’attività cicatrizzante che facilita la guarigione di ferite. Le proprietà del chitosano sono state diffusamente studiate in vari campi applicativi, dai processi di purificazione delle acque per uso industriale, alla produzione di materiali tessili, all’impiego in preparati cosmetici.

In terapia il chitosano è stato studiato per:

  • la produzione di fili da sutura, bende e cute sintetica.
  • fa formulazione di preparati topici a lento rilascio (“slow releasing”)
  • il trattamento delle ferite, sfruttando le sue capacità antibatteriche e di stimolo sui processi di guarigione tissutale.

Recentemente è stato prospettato un nuovo impiego del chitosano quale mezzo tamponante intravitreale. Infatti, sulla base della sua natura chimico-fisica, in particolare perché è un biopolimero biocompatibile simile all’acido ialuronico (il principale costituente del corpo vitreo), il chitosano possiede a livello teorico le caratteristiche idonee per svolgere un’azione efficace come “filling” vitreale da utilizzare durante le procedure chirurgiche vitreoretiniche. Inoltre, il chitosano possiede attività inibitrici sui fibroblasti, conferendogli una caratteristica farmacologica che potrebbe essere utile per le retinopatie proliferanti.

Lo studio a cui ho fatto riferimento, (Yang H, Wang R, Gu Q, Zhang X.Feasibility study of chitosan as intravitreous tamponade material. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol;246:1097-105) è stato eseguito su modelli animali (conigli) utilizzando volumi di circa 1.5 ml e prospetta ulteriori sviluppi del chitosano come mezzo tamponante, sulla base del fatto che è ben tollerato, non determina aumenti della pressione oculare e non è significativamente flogogeno.

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