Archivi categoria: Retina e nervo ottico

Aspirina e degenerazione maculare senile

L’osservazione che l’impiego di aspirina potesse essere associato ad un aumentato rischio di degenerazione maculare (AMD) risale a parecchi anni fa [Klein ML. JAMA. 1991;266(16):2279]. Recentemente, è apparso un articolo che associa statisticamente l’uso di aspirina con la degenerazione maculare senile di tipo umido [de Jong PT, Ophthalmology. 2012;119(1):112-8]. Queste informazioni sono di estrema importanza, perchè l’impiego di aspirina e altri antiaggreganti è estremamente diffuso nella popolazione a maggior rischio di sviluppare AMD (ovvero anziani con patologie cardiovascolari) e potrebbero orientare differenti scelte terapeutiche.

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Aflibercept (VEGF trap), un nuovo possible trattamento della maculopatia senile

Aflibercept è una farmaco attivo contro la neovascolarizzazione conosciuto come VEGF-trap. Si tratta di una proteina di fusione, ovvero una macromolecola proteica ottenuta dall’unione di più geni che codificano proteine separate. Aflibecert è capace di intrappolare tutte le forme di VEGF-A (VEGF trap), nonché il PLGF (Placental Growth Factor), un ulteriore fattore di crescita vascolare conivolto nei processi di angiogenesi.

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Effetti sul cervello di un collirio a base di NGF

Il nerve growth factor (NGF) è da anni una speranza per il trattamento delle malattie degenerative del nervo ottico, pertanto ogni nuovo articolo sull’argomento non può che suscitare un ovvio interesse. Da qualche anno, occasionalmente, appaiono lavori che somministrano il NGF come collirio. L’ultimo è un articolo apparso su Journal of Ocular Pharmacology and Therapeutics [Calza A et al. Journal of Ocular Pharmacology and Therapeutics. 2011, 27: 209-218] in cui si discutono gli effetti a distanza sull’area limbica.

Ranibizumab nel trattamento dell’edema maculare diabetico: è efficace oppure no?

Il National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) ha recentemente espresso il parere negativo sull’estensione delle indicazioni terapeutiche per Lucentis (ranibizumab) al trattamento dell’edema maculare diabetico. In precedenza, una serie di dubbi erano stati espressi anche dalla FDA.

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Utilità e limiti degli integratori per le miodesopsie

Alcune aziende farmaceutiche sono recentemente uscite con integratori a base di sostanze antiossidanti, dedicati a chi soffre di miodesopsie, che vanno ad affiancarsi a prodotti storici, presenti sul mercato dsa molti hanni. Non farò nomi: lo scopo di questo articolo non è di analizzarne le differenze e stabilire quale sia migliore per lo scopo che si prefigge. Indipendentemente dalla loro composizione, spesso interessante e giustificata da razionali, che a livello teorico hanno anche una base di correttezza scientifica, vorrei analizzare il problema da un punto di vista più generale e concettuale, per cercare di rispondere ad una serie di domanda pratiche che molti pazienti potrebbero porsi.

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Ranibizumab e rischio trombotico

I dati dello studio SAILOR evidenziano che c’è una incidenza più elevata di ictus nel gruppo dei soggetti trattati con ranibizumab alla dose di 0,5 mg rispetto al gruppo in terapia con il dosaggio di 0,3 mg (1,2% rispetto a 0,7%). L’incidenza di accidenti cardiovascolari aumenta nei pazienti con storia di ictus (9,6% rispetto a 2,7%) o pregresse aritmie (3,6% rispetto a 0,5%). Sono differenze statisticamente non significative, ma…
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Terapia fibrinolitica per le occlusioni arteriose retiniche

L’occlusione di un’arteria della retina è un evento molto grave e rappresenta una delle principali urgenze oculistiche. Si tratta di un infarto retinico determinato dalll’arresto del flusso ematico arterioso ad opera di un trombo, generalmente mobilizzatosi dal tronco vascolare carotideo o dal cuore, specialmente in corso di fibrillazine atriale.

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